DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Lc 21,36

Come vivere questa Parola?

Nulla è possibile senza la preghiera, tutto è possibile con la preghiera fatta con fede. Gli abitanti di Nazareth, con la loro incredulità, impedirono persino a Gesù di operare miracoli (Lc 4,23); e anche i discepoli, quando non pregavano e non digiunavano, non riuscivano a compiere guarigioni (Mt 17,19). La preghiera supera l’impotenza degli uomini; va oltre ciò che si crede impossibile, e permette a Dio di intervenire in questo mondo con la sua potenza. Scrive l’apostolo Giacomo nella sua Lettera: “Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri”(4,3) La preghiera appare debole agli occhi degli uomini. In verità, è forte se è piena di fiducia nel Signore, e può far cadere muri e colmare abissi, sradicare violenza e far crescere la misericordia. La preghiera comune è davvero santa e benedetta; è necessaria per la vita di ogni discepolo e per la vita della Comunità, ma è necessaria anche per la vita stessa del mondo. Sta scritto: “Se due di voi si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà” (Mt 18,19). Per questo i discepoli debbono perseverare nella preghiera comune ed essere assieme audaci. La preghiera, infatti, è un’arma fortissima nelle mani dei credenti: distrugge il male e allarga l’amore. Nella preghiera comune possiamo far nostre le parole dell’apostolo Pietro: “Stringendoci a Gesù, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, veniamo impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio Santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo” (I Pt 2, 4-5).

VIVO LA PAROLA: Pregate, sinceramente!!!

La voce di un Dottore della Chiesa

Ma quando questo corpo sarà diventato immortale e incorruttibile, allora cesserà anche ogni tentazione, perché «il corpo è morto». Perché è morto? «A causa del peccato». Ma «lo Spirito è vita». Perché? «A causa della giustificazione» (Rm 8,10). Abbandoneremo dunque come morto il corpo? No, anzi ascolta: «Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Cristo dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti, darà la vita anche ai vostri corpi mortali» (Rm 8,10-11). Ora infatti il nostro corpo è nella condizione terrestre, mentre allora sarà in quella celeste. O felice quell’alleluia cantato lassù! O alleluia di sicurezza e di pace! Là nessuno ci sarà nemico, là non perderemo mai nessun amico. Ivi risuoneranno le lodi di Dio. Certo risuonano anche ora qui. Qui però nell’ansia, mentre lassù nella tranquillità. Qui cantiamo da morituri, lassù da immortali. Qui nella speranza, lassù nella realtà. Qui da esuli e pellegrini, lassù nella patria. Cantiamo pure ora, non tanto per goderci il riposo, quanto per sollevarci dalla fatica. Cantiamo da viandanti. Canta, ma cammina. Canta per alleviare le asprezze della marcia, ma cantando non indulgere alla pigrizia. Canta e cammina. Che significa camminare? Andare avanti nel bene, progredire nella santità. Vi sono infatti, secondo l’Apostolo, alcuni che progrediscono sì, ma nel male. Se progredisci è segno che cammini, ma devi camminare nel bene, devi avanzare nella retta fede, devi progredire nella santità. Canta e cammina. (Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo)

 

 

 

Commento di Roberto Proietti

robertocerreto82@gmail.com 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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