In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».

Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».

E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Mc 4,35-41

Come vivere questa Parola?

“Chi è dunque costui?”: la domanda che domina questo brano non è nuova, nuovo è l’oggi in cui ce la poniamo. L’evangelista Luca conduce pian piano il lettore a lasciarsi interpellare dall’emergere della misteriosa personalità di Gesù.

In questo brano Gesù è al centro seppur sembra restare del tutto indifferente: dorme tranquillo a poppa, sul cuscino. Lui prende l’iniziativa di passare all’altra riva e subito si addormenta. Il tempo del pericoloso navigare della barca coincide col tempo del sonno di Gesù. Come mai Gesù dorme? Gesù vive la situazione descritta dal Salmo 131: “Come un bimbo sereno in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.” Dorme non perché si sente un supereroe capace di mostrare da un momento all’altro i suoi poteri. Dorme perché domina in Lui la sua coscienza filiale.

I discepoli si trovano di fronte ad un’alternativa: o lasciarsi prendere e dominare dalla paura o aggrapparsi ostinatamente alla fede in Gesù, e resistere dando fiducia alla sua presenza anche se dormiente. Vince in loro la fiducia, sanno infatti rivolgergli una invocazione, una preghiera, una supplica. Guai a noi se ragionassimo come se il Signore non ci fosse! La tentazione, la prova non possono essere perdizione se Gesù è nella barca della nostra vita. Se gridiamo a Lui il nostro smarrimento, la nostra debolezza, possiamo destare la sua onnipotenza “Svegliati, perché dormi, Signore?” (Sl 44,24).

La preghiera animata da una vera fede, ha la forza di risvegliare la potenza di Dio.“Chi è dunque costui?”: Gesù è il Kyrios, il Dio che Salva. Egli è Colui che opera prodigi per salvare l’uomo in tutta la sua realtà fisio-psico-spirituale.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, innalzo fiducioso la mia preghiera al Signore certo di risvegliare la sua onnipotenza.

La voce del Cardinal Carlo Maria Martini

“Appoggiatevi al Vangelo, affidatevi al Vangelo. La parola «fede», nella sua lunga storia – nell’Antico Testamento, nella Bibbia, nella versione ebraica della Scrittura – rappresenta la situazione di chi si affida, di chi appoggia su una roccia, di chi si sente saldo perché è appoggiato a qualcuno molto più forte di lui.”

 

Carlo Maria Martini

Cardinal

Commento di Sr Vilma Colombo FMA

direttricesanbiagio12@gmail.com

 

 

 

 

 

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