DALLA PAROLA DEL GIORNO
«C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme».
Lc 2,36-38
Come vivere questa Parola?
Anna, ha avuto la grazia di vedere il volto di Dio in Gesù e riconoscerlo. Anna non è vergine, ma vedova dalla giovinezza. Anche lei senza lo sposo, come la vergine. Lei figura sia di Israele che di tutta l’umanità che ha perso lo sposo e vive una vita esiliata dal volto del suo desiderio. Ma Anna, ci indica una scelta, quella della perseveranza; lei “non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio”: continua ad attendere e a cercare, con digiuni e preghiere, con dolore e desiderio, notte e giorno. E Dio si fa incontrare e lei lo riconosce come il Redentore, come la vera speranza!
TI PREGHIAMO SIGNORE, DONACI PERSEVERANZA! NEI MOMENTI DI BUIO DOVE TUTTO SEMBRA SCIVOLARE VIA, DONACI PERSEVERANZA. NEI MOMENTI DI SOLITUDINE E DI ABBANDONO, DONACI PERSEVERANZA. NEI MOMENTI DELLA TENTAZIONE DOVE SEMBRA ORMAI TUTTO INUTILE E VUOTO DONACI DI PERSEVERARE NEL TUO AMORE! AMEN!
La voce di Papa Francesco
“In che cosa consiste, concretamente, la rivelazione che accende la sensibilità di Simeone e di Anna? Consiste nel riconoscere in un bambino, che loro non hanno generato e che vedono per la prima volta, il segno certo della visita di Dio. Essi accettano di non essere protagonisti, ma solo testimoni. E quando un individuo accetta di non essere protagonista, ma si coinvolge come testimone, la cosa va bene: quell’uomo o quella donna sta maturando bene.” (UDIENZA GENERALE , 30 marzo 2022)