Dalla Parola del giorno

27Andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani 28e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?».

Mc 11, 27-28

Come vivere questa Parola?

Il Sinedrio mostra di esercitare la sua autorità in maniera autoreferenziale: loro e soltanto loro sono gli interpreti autorizzati della Legge di Dio e nessuno, neppure Dio, può guidarli in questo. La Legge sta nelle loro mani e basta. Si sentono padroni della situazione, gestiscono le cose come pare e piace a loro, piegandole ai loro interessi e alle loro convenienze. Quando si esercita il potere in maniera autoreferenziale, in nome e a favore del proprio io, il criterio di fondo che comanda tutto, non è la verità, non è la giustizia, non è il bene del popolo, ma è la paura, la paura di perdere il potere.

Quante volte forse anche noi cadiamo nella insincerità perché abbiamo paura di perdere la stima o la fiducia di qualcuno!

Donaci Signore lo Spirito di verità per esprimere i nostri giudizi nella piena libertà senza ingannare noi stessi né adulare altri.

La voce di san Paolo VI

Parliamo con dolore; ma è così. Anche perché i rimedi, che da tante parti si cerca di apprestare alle moderne crisi di fede, sono spesso fallaci. V’è chi per ridare credito al contenuto della fede lo restringe ad alcune proposizioni basilari, che pensa siano l’autentico significato delle fonti del cristianesimo e della stessa sacra Scrittura: non è da dire quanto sia arbitrario, anche rivestito di apparenze scientifiche, e quanto disastroso un tale procedimento. Vi è chi invece, con criteri di uno sconcertante empirismo, si arroga di fare una selezione fra le molte verità insegnate dal nostro Credo, per respingere quelle che non piacciono, e per mantenerne alcune ritenute più gradevoli. E vi è poi chi cerca di adattare le dottrine della fede alla mentalità moderna, facendo spesso di questa mentalità, profana o spiritualista che sia, il metodo ed il metro del pensiero religioso: lo sforzo, ben degno per sé di lode e di comprensione, operato da questo sistema, di esprimere le verità della fede in termini accessibili al linguaggio e alla mentalità del nostro tempo, ha talora ceduto al desiderio d’un più facile successo, tacendo, temperando o alterando certi «dogmi difficili». Pericoloso, anche se doveroso, tentativo; e meritevole di favorevole accoglienza soltanto allorquando alla più accessibile presentazione della dottrina esso le conserva la sua sincera integrità.

San Paolo VI

UDIENZA GENERALE Mercoledì, 30 ottobre 1968

commento di

Sr Monica Gianoli FMA

gianoli.monica@gmail.com

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