17 Febbraio 2021

La parola del giorno

«Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro – dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro».

Gv 1,35-42

Come vivere questa Parola?

È questo uno dei brani più conosciuti del Vangelo di Giovanni: la chiamata dei primi discepoli.

La scena si svolge tra un gioco di sguardi e brevi battute che toccano il profondo del cuore.

“Che cosa cercate?”: sono le prime parole di Gesù registrate dall’evangelista Giovanni. È la domanda chiave circa il senso fondamentale del proprio esistere che interpella l’uomo di ogni tempo. E’ la vera domanda che ci dobbiamo fare: che stiamo cercando veramente? Che stiamo cercando da Lui? Che stiamo cercando dalla vita stessa? Che stiamo cercando nelle nostre domande e inquietudini? Che stiamo cercando quando ci innamoriamo di qualcuno? Che stiamo cercando quando ci impediamo di vivere davvero? Cosa attendiamo dalla vita e dove poniamo il centro di essa? La domanda di Gesù è un invito forte a chiarire a noi stessi, uscendo dal compromesso dalla confusione o dallo scontato, cosa stiamo cercando veramente. Occorre che ci lasciamo interrogare in profondità da questa domanda senza paura e reticenza, perché a porcela non è un sapiente qualsiasi, né uno psicologo, né un moralista. A chiederci che cosa cerchiamo è l’Amore-Persona, l’Agnello sgozzato e risorto, il Dio fatto Uomo che si è dato per noi.

Fondamentale ricordare che questa domanda di Gesù è preceduta da uno sguardo penetrante e amoroso. Percepire nella fede questo Suo sguardo è premessa alla risposta che si fa incontro e sequela.

I discepoli iniziano la loro esperienza di sequela e di amicizia quando si lasciano mettere in crisi da questa domanda e quando accolgono la risposta, non come una qualunque spiegazione, ma come un invito a un’esperienza concreta: “Venite e vedrete!” Gesù non anticipa nulla. Non ha fretta. Rispetta i tempi di maturazione di ciascuno. Però invita (“venite”) e promette (“vedrete”). Chiede fiducia.

Signore Gesù oggi voglio trovare uno spazio di tempo per stare solo con Te e chiedermi in modo autentico: cosa sto cercando? Aiutami a fare Verità e porre la mia fiducia in Te.

 

La voce di Papa Francesco

«La gioia dell’incontro con Gesù Cristo, quella che ci fa tanto paura accettare, è contagiosa e grida l’annuncio: e lì cresce la Chiesa!»

Omelia del Santo Padre 24/04/2014

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