DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini».
Gv 6, 1-15
Come vivere questa Parola?
L’esperienza di Filippo è la stessa esperienza che facciamo noi quando, davanti alla sproporzione delle cose che ci accadono, ci sentiamo rivolgere la stessa domanda: “E adesso dove troverai tutte le forze per affrontare questo?” C’è sempre la consapevolezza di un grande divario tra le nostre forze e quanto dobbiamo affrontare. Se ci pensiamo davvero, sperimentiamo lo stesso spaesamento che avrà provato il povero Filippo. Solo un miracolo può salvarci. E il miracolo accade mediante un ragazzo, con l’umile riconoscimento di ciò che si ha, più che fare l’elenco di quanto ci manca, mentre Gesù moltiplica “il poco”: cinque pani e due pesci. Erroneamente pensiamo che quanto abbiamo non valga nulla, mentre non è così solo se lo affidiamo a Lui, a tal punto che non solo basta ma avanza. È il miracolo del possibile offerto con fiducia. Dovremmo diventare esperti nel fare questo tipo di miracoli, ovvero fare quanto ci è possibile senza pretendere da noi stessi l’impossibile. Perché questo lo fa Lui.
Mi chiedo che cosa mi impedisce di guardare al cielo, chi me lo ricorda, chi sono chiamato ad aiutare perché possa anche lui alzare lo sguardo.
La voce di un drammaturgo
“Si soffre molto per il poco che ci manca e gustiamo poco il molto che abbiamo.”
(William Shakespeare)