DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì»

Mc 3,13-19

Come vivere questa Parola?

“…chiamò a sé quelli che voleva”. Chiamò quelli che voleva lui. Viene quasi spontaneo domandarsi: perché solo dodici? e gli altri? Il numero dodici rappresenta i dodici patriarchi, le dodici tribù d’Israele, cioè tutto il popolo. Questi dodici rappresentano tutti noi. L’espressione Quelli che vuole sta ad indicare quelli che ama. E Gesù ama tutti e in questi dodici chiama tutti. Come nei dodici patriarchi di Israele c’è tutto il popolo che viene dopo, come nel Padre ci sono tutti i suoi figli che verranno dopo, così questi dodici rappresentano ciascuno di noi, chiamati perché amati. Ognuno si può allora riconoscere nei dodici apostoli chiamati. E tra questi abbiamo persone di ogni genere, persino un traditore!

Chiamati perché stessero con Lui e per andare a predicare. E cosa rende possibile lo stare insieme? Il fatto che c’è Gesù, che stanno accanto a Gesù e sono di Gesù: li chiamò a sé può essere infatti tradotto con “li fece suoi”

Lo stare accanto e l’essere di Gesù è la condizione per vivere la fraternità e la missione. I discepoli non sempre capiscono ciò che capita, come noi del resto; vivono questo smarrimento assoluto di sentirsi vicino e lontanissimo però continuano a stare con il Maestro comprendendo che non possono predicare nulla se non stanno vicino a lui, altrimenti rischiano di predicare se stessi.

Ricordiamo: tutti siamo chiamati perché tutti siamo amati.

Signore ricordami la verità delle Tue Parole: “Senza di Me non potete far nulla!”

La voce del Papa Benedetto XVI

“Sottolineare il rapporto intrinseco tra Eucaristia e missione ci fa riscoprire anche il contenuto ultimo del nostro annuncio. Quanto più nel cuore del popolo cristiano sarà vivo l’amore per l’Eucaristia, tanto più gli sarà chiaro il compito della missione: portare Cristo. Non solo un’idea o un’etica a Lui ispirata, ma il dono della sua stessa Persona”.

(Sacramentum Caritatis)

 

 

 

 

Commento di Sr Vilma Colombo FMA

direttricesanbiagio12@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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