DALLA PAROLA DEL GIORNO

Diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Mc 4, 26-34

Come vivere questa Parola?

Dopo la festa della conversione di San Paolo, ritorniamo alla lettura del capitolo quarto di Marco. In questa seconda immagine del seme e del terreno, Marco descrive la vita che va avanti indipendentemente da noi, una vita che spesso non possiamo controllare, una vita che ci chiede la pazienza di aspettare, che ha bisogno dei suoi tempi. “Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore.” (Is 55,8)

E nei tempi della vita siamo avvolti nella certezza di essere custoditi dall’Amore. A nostra volta anche noi siamo chiamati a gettare il seme della Parola nel terreno dell’umanità attraverso le relazioni quotidiane.

L’ultima immagine di questa pericope è quella del piccolissimo granellino di senape: ha a che fare con il poco che spesso ci sembra di mettere in gioco e di donare. La parola buona del Vangelo è vita che, con pazienza e discrezione, si insinua nelle pieghe dell’esistenza. Porta frutto anche quando non lo vediamo; entra nelle fenditure delle rocce; trasforma le ferite in alberi; si insinua nelle crepe.

Così ci ricorda la lettera agli Ebrei “Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.”

 

Signore, liberami dall’ansia del cercare il risultato, dalla fretta nelle relazioni e nei processi, dallo scoraggiamento di fronte a ciò che mi sembra banale e insignificante.

La voce di Papa Francesco

“Da queste due parabole ci viene un insegnamento importante: il Regno di Dio richiede la nostra collaborazione, ma è soprattutto iniziativa e dono del Signore. La nostra debole opera, apparentemente piccola di fronte alla complessità dei problemi del mondo, se inserita in quella di Dio non ha paura delle difficoltà. La vittoria del Signore è sicura: il suo amore farà spuntare e farà crescere ogni seme di bene presente sulla terra. Questo ci apre alla fiducia e alla speranza, nonostante i drammi, le ingiustizie, le sofferenze che incontriamo. Il seme del bene e della pace germoglia e si sviluppa, perché lo fa maturare l’amore misericordioso di Dio.”

(Angelus, Domenica, 14 giugno 2015)

 

 

Commento di Sr Vilma Colombo FMA

direttricesanbiagio12@gmail.com 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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