DALLA PAROLA DEL GIORNO

Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Lc 21, 29-33

 

 

 

 

 

Come vivere questa Parola?

«Il cielo e la terra passeranno – dice Gesù –, ma le mie parole non passeranno» (v. 31). Il vero punto cruciale è questo. In quel giorno, ognuno di noi dovrà comprendere se la Parola del Figlio di Dio ha illuminato la propria esistenza personale, oppure se gli ha voltato le spalle preferendo confidare nelle proprie o altrui parole.La parabola del fico è un invito a saper leggere i segni dei tempi e, soprattutto, a riconoscere la misteriosa presenza di Gesù nell’oggi della nostra storia. Leggere i segni dei tempi vuol dire fare discernimento: lasciarsi cioè illuminare dallo Spirito Santo per vedere i segni di grazia, di amore e di bene che il Signore ci offre ogni giorno. Come fare discernimento se non ci lasciamo illuminare dalla Parola? Se non facciamo della Parola il metro di misura della nostra vita di discepoli?

Lascio la parola ad un grande amante della Parola, il Cardinal Carlo Maria Martini:

“ …tra i mezzi che possono maggiormente aiutare i cristiani che vivono nel mondo contemporaneo a raggiungere quell’unità di vita e quella capacità di orientamento che è premessa a un vivere sociale costruttivo, v’è certamente l’esercizio paziente, metodico, tendenzialmente quotidiano della lectio divina.

Con il termine lectio divina intendo la capacità di mettersi di fronte una pagina della Scrittura per leggerla in spirito di fede e di preghiera, così da smascherare le insidie della mentalità contemporanea e giungere a leggere tutte le realtà secondo la mente e il cuore di Dio. Non entro nella metodologia della lectio, che è stata approfondita in questi anni e che supera l’ambito della mia esposizione. Mi preme tuttavia insistere sul fatto che non è lectio divina il solo prendere ogni tanto in mano, da soli o in piccoli gruppi, qualche pagina della Bibbia. La lectio è un esercizio ordinato, metodico, non casuale, fatto in un clima di silenzio di preghiera, con una lettura idealmente continua di tutta la Bibbia, secondo il modello che la liturgia ci propone nel triplice ciclo delle letture domenicali e nel duplice ciclo delle letture feriali. La lectio è dunque un atto che si compie nella Chiesa e in comunione con una Chiesa, ma con un’attivazione della soggettività orante e intelligente di ciascuno. Essa non sostituisce né la catechesi né altre iniziative di insegnamento e di aggiornamento culturale che aiutano un cristiano a divenire adulto nella fede. Tuttavia la lectio fa qualcosa che i discorsi, le prediche le catechesi non possono sempre fare: pone cioè ciascuno con la sua coscienza e responsabilità di fronte a Dio che parla, che invita, che chiama, che consola o rimprovera, il tutto in un’atmosfera di preghiera e di dialogo, di umile richiesta di perdono, di domanda di luce, con la disposizione a lasciarci guidare dallo Spirito Santo per realizzare l’offerta della propria vita. Voglio sottolineare che la lectio divina, così vissuta, propizia quella unità interiore, quella profondità di convinzioni, quella coerenza pratica di vita che contrasta con le forze di frammentazione operanti nella moderna società. È davvero un rimedio divino provvidenziale per il nostro tempo.” (Card. C.M. Martini, La Parola di Dio nel futuro dell’Europa)

 

Nella mia pausa contemplativa oggi ripeterò: “Lampada ai miei passi è la Tua Parola, Luce sul mio cammino”. (Salmo 118)

La voce del Cardinal Martini

“L’ascolto di Dio, da parte del cristiano, significa in concreto l’ascolto della Parola contenuta nella Bibbia. Il contatto con questa Parola scritta porta, infatti, a una ricchezza di vita inaspettata. A me, che leggo la Scrittura da circa cinquant’anni, essa appare ogni volta così nuova da destarmi stupore e da creare quello shock dell’intelligenza e dell’emozione che suscita il senso dei valori umani e che mette a contatto con i valori stessi di Dio”

(Tratto da “Ritrovare se stessi” Centro Ambrosiano Edizione)

 

 

 

 

Carlo Maria Martini

Cardinale

Commento di Sr Vilma Colombo FMA

direttricesanbiagio12@gmail.com

 

 

 

 

 

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