DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute»
Lc. 13, 10 – 17
Come vivere questa Parola?
Qual è la giusta gerarchia dei valori che abbiamo in testa per sapere tenere insieme i diritti di Dio e quelli dell’uomo? E’ molto facile esaltare al massimo i diritti di Dio e nello stesso tempo schiacciare la persona umana, come ci ha descritto la pagina di Vangelo con tanto formalismo del sabato ebraico. Oppure, per salvaguardare e valorizzare l’uomo, si emargina Dio e si giustifica e liberalizza ogni comportamento, anche se connotato di vizi e presunzioni, come punta il dito s. Paolo nella lettera ai Romani. L’unica linea giusta è sapere tenere sempre insieme Dio e l’uomo, perché sono come due facce della stessa medaglia. Ad ogni adorazione e culto a Dio deve corrispondere una grande cura dei fratelli e delle sorelle in tutte le situazioni nelle quali viviamo con loro. Così ogni servizio reso all’uomo attraverso la professionalità e il volontariato deve sentire l’esigenza ed avere una ricaduta nella preghiera e nell’adorazione. Se nella nostra vita siamo mossi veramente dallo Spirito del Signore, il nostro modo di pensare e di agire avrà questo equilibrio nell’amore. Se invece siamo mossi unicamente da intendimenti umani legati solo alle nostre capacità naturali e professionali saremo facilmente sbilanciati, per cui la nostra vita non riuscirà a maturare bene cristianamente.
Signore Gesù, ti ringrazio per il dono della tua incarnazione per cui sei e rimani pienamente Dio e perfettamente uomo. Donami la luce del tuo Spirito per imparare a non opporre mai la relazione con Te e la relazione con i fratelli e sorelle che incontro ogni giorno. Ogni mio pensiero ed azione sia sempre un atto di amore per Te e per loro, per vivere degnamente il tuo grande comandamento. Amen.
La voce di un Papa
“Il futuro esige una visione umanista dell’economia e una politica che realizzi sempre più e meglio la partecipazione della gente, eviti gli élitarismi e sradichi la povertà. Che nessuno sia privo del necessario e che a tutti sia assicurata dignità, fratellanza e solidarietà.”
(Discorso del Santo Padre in occasione dell’Incontro con la Classe Dirigente del Brasile – Viaggio apostolico a Rio de Janeiro per la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, 27/07/2013)