DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Disceso con loro [con i Dodici], si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone…
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo…
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Luca 6,17.20-26
Come vivere questa Parola?
Una gran folla attende Gesù in un luogo pianeggiante, gente locale e dalle regioni distanti, persone mosse dal desiderio di ascoltarlo, di toccarlo, di essere guariti magari. Dal monte, dove ha passato una notte intera in preghiera solitaria, Gesù discese, insieme ai Dodici, da lui appena chiamati, scelti e soprannominati apostoli (cf 6,13).
In pianura i Dodici si fondono con la folla in attesa: tutti discepoli, abbracciati dallo sguardo del maestro prima che dalla sua parola, uno sguardo che va oltre lo spazio e il tempo, raggiungendo ogni discepolo, anche me, oggi. La parola di beatitudine di Gesù è rivolta a chi “ora” è povero, affamato, afflitto, odiato. Per opposizione, proprio la ricchezza, la sazietà, la felicità effimera e le parole lusinghiere possono scatenare i “guai”, soprattutto in un discepolo distratto che troppo si fida delle proprie capacità, allontanando il cuore dal Signore, come avverte nella prima lettura il profeta Geremia (cf Ger 17, 5-8). È l’antagonismo continuo tra la via dei giusti o dei malvagi. Il discepolo vero si fida del Signore, “giorno e notte”, e non esita a perseverare nel bene, nel dono generoso e disinteressato di sé e di quello che possiede. Non è sempre una scelta appagante…ma è in questo il segreto della beatitudine: «…la vostra ricompensa è grande nel cielo».
Veglia, Signore sul mio cammino, tieni saldi i miei passi sulle tue vie.
La voce di una religiosa musicista
“Se percorreremo infiniti spazi dentro noi per aprire strade di misericordia che tu vuoi,
scopriremo insieme di poter cambiare
se tu sei il significato vero di ogni gesto che si fa in nome tuo.
Beati se sapremo rischiare la vita per ridare fiducia ai fratelli lontani da casa tua.
Beati se sapremo restare uniti per portare la pace nei rapporti feriti dall’ipocrisia”.