DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri».

Fil 2,1-4

                                                                                                                                                          

Come vivere questa Parola?

La Liturgia della Parola in questo periodo dell’anno ci fa sfogliare diverse lettere di Paolo, per confrontarci con le esperienze della Chiesa delle origini. Questa settimana siamo invitati a recarci a Filippi, la prima comunità fondata da Paolo sul suolo europeo: una comunità vivace e fervente, ma stremata dalle tensioni e conflitti interni. Paolo non può raggiungerli di persona, è in prigione; ma la lettera inviata è carica di passione per il Vangelo e di affettuosa amicizia nei confronti dei Filippesi. Che però sono posti davanti ad una domanda cruciale – e con loro ciascuno di noi: quanto cresce Cristo in noi? Se qualcuno in partenza pone l’interesse proprio come traguardo, difficilmente prova compassione per le fatiche dell’altro. Paolo propone una specie di “cura di unità”: medesimo sentire, unanimità, concordia, carità alla pari. Con un fondamento solido: l’umiltà! Quella virtù che scaturisce dal basso, dalla terra (humus) e che ci rende pienamente uomini (homo – homines). Creati dalla terra, ciascuno! A immagine e somiglianza di Dio – e per questo capaci di risanare ogni tensione e ricreare l’unanimità.

Signore, non si inorgoglisca il mio cuore ma confidi in te!

La voce di un grande maestro 

Humilitas era il motto del suo zelo pastorale e ne parlava come di vera chiave interpretativa di tutta la vita di Cristo (…e di ogni Pastore-vescovo): «Questa è la legge della perfezione pastorale, che spenda il Pastor fino la vita, se è bisogno, per la salute del suo gregge…».

Carlo Borromeo

Maestro

 

 

Commento di Sr. Mimica Oblak FMA

mimica.ax@yahoo.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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