DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra»

Gv 8,1-11

Come vivere questa Parola?

Nel quadro del Vangelo campeggia una donna colta in flagrante adulterio, la possiamo immaginare terrorizzata, senza nessun sostegno, prossima ad essere lapidata. È adultera, ma i profeti parlano più volte di un popolo di Dio adultero: ha abbandonato il Signore che lo ama. II popolo di Dio è l’adultera davanti al Signore: Io ha abbandonato per una vita futile e infedele. L’adulterio è tradire l’amore fedele della propria vita per sé stessi, per svincolarsi da un amore troppo grande rispetto alla piccolezza del cuore. Gesù non disprezza la gente adultera e peccatrice: sta in mezzo a loro disarmato e non inveisce contro chi gli ha portato la donna. Né contro la donna. Tace, finché non rimase solo con lei. “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. A questo punto sentiamo per la prima volta la voce della donna, non più soffocata dal terrore: “Nessuno, Signore”. In questa risposta c’è il riconoscimento di una presenza grande, inattesa e misericordiosa. Così la parola del Maestro, che tanti avrebbero potuto accusare di perdonismo o di infedeltà alla legge nel trattamento della donna, si fa chiara, conforme alla legge davvero. Chiara, perché piena di misericordia: “va e d’ora in poi non peccare più”. Ma soprattutto: “Neanch’io ti condanno”. È questo il nostro Signore: un Dio pieno di misericordia, “a prescindere”.

Maestro, fammi comprendere che giudicare i difetti degli altri deriva spesso dal bisogno di assolvere i propri.

La voce di uno psicoanalista

“Pensare è molto difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica.

La riflessione richiede tempo, perciò chi riflette già per questo non ha modo di esprimere continuamente giudizi.”

Carl Gustav Jung

Psicoanalista

                                                     

 

Commento di suor Emilia Di Massimo

                                                                                                                            emiliadimassimo@libero.it

                                                                     

 

 

 

 

 

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