DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì […] Rientrò in se stesso e disse:

  Mi alzerò, andrò da mio padre.[…]

Ma egli rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Lc 15,.11-13a. 18a. 29-32

Come vivere questa Parola?

Il Vangelo di oggi, possiamo dire che è il commento al versetto 6.36 visto lunedì. Ci ripropone la figura del Padre Misericordioso e qui troviamo anche due figli che, nel loro vivere in casa con il padre, non hanno percepito, non hanno capito la grandezza del loro padre/madre, non hanno gustato l’amore della sua paternità/maternità, la dolcezza della sua presenza. Nel vivere in casa non hanno saputo cogliere cosa voleva dire essere figli, tanto che tutti e due hanno ucciso nel loro cuore l’immagine e la somiglianza al padre, prima ancora di agire come conosciamo. Il primo chiede l’eredità e materialmente lo ritiene morto, l’altro non lo sente padre e rivendica il riconoscimento, come fosse un servitore. Il figlio minore allontanandosi percepisce però in sé la nostalgia del Padre, e ritorna a lui. Il figlio maggiore non riuscirà mai a chiamarlo Padre, come non userà mai il termine fratello, verso colui che torna a casa, sentendosi giusto e bisognoso di rivendicazione. Gesù ci propone di passare da una religione servile ad un rapporto filiale, liberante. Il figlio è per dono tutto ciò che è il padre. Come poter recuperare e vivere questa relazione? “Facci ritornare a Te, Signore e noi ritorneremo”, con lo struggente bisogno di Lui (figlio minore) o con la rottura della corazza della “nostra giustizia, che punta il dito” (figlio maggiore). Solo il suo perdono può ricostruire dentro il cuore la figliolanza persa, perché ci inserisce nella sua vita, ci fa nuovi. La condizione?  Lasciarci avvolgere e rigenerare dal suo Amore.

O Spirito di Dio, donaci la consapevolezza del nostro essere Figli in Gesù! Aiuta la nostra libertà a lasciarci raggiungere dalla tenerezza del Padre, per poter rompere le barriere del nostro orgoglio e aprirci alla gioia umile e vera della figliolanza.

La voce del Papa Francesco

“«Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo, ma bisognava far festa e rallegrarsi» (v.31). Così dice il Padre al figlio maggiore. La sua logica è quella della misericordia! Il figlio minore pensava di meritare un castigo a causa dei propri peccati, il figlio maggiore si aspettava una ricompensa per i suoi servizi. I due fratelli non parlano fra di loro, vivono storie differenti, ma ragionano entrambi secondo una logica estranea a Gesù: se fai bene ricevi un premio, se fai male vieni punito; e questa non è la logica di Gesù, non lo è!” (UDIENZA GENERALE, 11 maggio 2016)

 

 

Commento di suor Monica Gianoli FMA

gianoli.monica@gmail.com 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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