DALLA PAROLA DEL GIORNO
«E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».»
Lc 18, 6-8
Come vivere questa Parola?
Anche nel Vangelo di oggi, la protagonista è una vedova. Anche qui si rivela l’attenzione di Gesù verso i più poveri. Colei che invoca l’intervento di un giudice perché sia fatta giustizia, non ha più marito ed è donna, quindi doppiamente ignorata nei suoi diritti. E’ dal suo caso, dalla sua insistenza nel richiedere attenzione che il Maestro trae motivo per insegnarci a pregare sempre. Non è impossibile rimanere in uno stato di contatto continuo con Dio perché “la preghiera non si sovrappone a nessuna azione”. Ce lo conferma Paolo: “Sia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio”. Ed è proprio nell’stante, nel quotidiano che si attua la risposta di Dio alla nostra supplica. Una risposta molto più significativa di quella del giudice disonesto, ma legata al nostro desiderio più intimo, di stare con Lui, a rendere sacro il momento pur nella sua ferialità. Allora l’istante può definirsi “ottavo sacramento”. Nella certezza della venuta del Signore.
Signore, giunga fino a te la mia preghiera, tendi l’orecchio alla mia supplica, Signore.
(Sal 87,3)
La voce di Papa Francesco
“Tutti proviamo momenti di stanchezza e di scoraggiamento, soprattutto quando la nostra preghiera sembra inefficace. Ma Gesù ci assicura: a differenza del giudice disonesto, Dio esaudisce prontamente i suoi figli, anche se ciò non significa che lo faccia nei tempi e nei modi che noi vorremmo. La preghiera non è una bacchetta magica! Non è una bacchetta magica! Essa aiuta a conservare la fede in Dio, e ad affidarci a Lui anche quando non ne comprendiamo la volontà”.
Commento di Sr Graziella Curti FMA
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