DALLA PAROLA DEL GIORNO

Disse Gesù ai suoi discepoli:
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me».

 Gv 14,1

Come vivere questa Parola?

Siamo nel discorso di “addio” di Gesù, dove Lui consegna le sue ultime volontà. Quello che colpisce è come Gesù, pur essendo i suoi ultimi momenti, pensa ai discepoli, a quello che possono provare, alle difficoltà che possono incontrare con grande tenerezza. Avrebbe avuto ragione ad essere amareggiato, deluso dal comportamento dei suoi: ha appena annunciato il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro; e invece lo sentiamo dire: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e anche in me”! in tutto questo Gesù chiede fiducia. Il fidarsi, è modo di porsi, di atteggiarsi. Esso rimanda alla virtù della fede, avere radici sicure, persuasione salda: èmet/’aman in ebraico che indica l’essere fondati su una roccia che impedisce di essere spazzati via dalla tempesta. In riferimento a Dio è l’appoggiarsi a Lui, su di Lui … è il nostro AMEN con cui concludiamo ogni nostra preghiera. Ci chiede questo Gesù: “essere stabile, sicuro” in Lui. È  un imperativo, un comando? O piuttosto un invito, una preghiera? Gesù supplica i suoi discepoli – e perciò noi oggi – a rimanere attaccati a Lui…questa è la nostra vita: rimanere in Lui!

Signore Gesù, ti ripetiamo con forza, e con tutta la vita: AMEN!

La voce di Papa Francesco

«Non sia turbato il vostro cuore» (v. 1). Lo dice anche a noi, nei drammi della vita. Ma come fare perché il cuore non si turbi? Perché il cuore si turba. Il Signore indica due rimedi al turbamento. Il primo è: «Abbiate fede in me» (v. 1). Sembrerebbe un consiglio un po’ teorico, astratto. Invece Gesù vuole dirci una cosa precisa. Egli sa che, nella vita, l’ansia peggiore, il turbamento, nasce dalla sensazione di non farcela, dal sentirsi soli e senza punti di riferimento davanti a quel che accade. Quest’angoscia, nella quale a difficoltà si aggiunge difficoltà, non si può superare da soli. Abbiamo bisogno dell’aiuto di Gesù, e per questo Gesù chiede di avere fede in Lui, cioè di non appoggiarci a noi stessi, ma a Lui. Perché la liberazione dal turbamento passa attraverso l’affidamento. Affidarci a Gesù, fare il “salto”. E questa è la liberazione dal turbamento. E Gesù è risorto e vivo proprio per essere sempre al nostro fianco. Allora possiamo dirgli: “Gesù, credo che sei risorto e che mi stai accanto. Credo che mi ascolti. Ti porto quello che mi turba, i miei affanni: ho fede in Te e mi affido a Te”. (REGINA COELI , 10 maggio 2020)

 

 

Commento di Sr Monica Gianoli FMA

gianoli.monica@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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