DALLA PAROLA DEL GIORNO

«Io, il Presbìtero, alla Signora eletta da Dio e ai suoi figli, che amo nella verità: grazia, misericordia e pace saranno con noi da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nell’amore. Mi sono molto rallegrato di aver trovato alcuni tuoi figli che camminano nella verità, secondo il comandamento che abbiamo ricevuto dal Padre.

E ora prego te, o Signora, non per darti un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Questo è l’amore: camminare secondo i suoi comandamenti. Il comandamento che avete appreso da principio è questo: camminate nell’amore.

Sono apparsi infatti nel mondo molti seduttori, che non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo! Fate attenzione a voi stessi per non rovinare quello che abbiamo costruito e per ricevere una ricompensa piena. Chi va oltre e non rimane nella dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio».

Dalla seconda lettera di san Giovanni apostolo

 

Come vivere questa Parola?

La liturgia di oggi ci propone la seconda lettera di S. Giovanni apostolo. L’autore è un certo “presbitero”, identificato nella figura dell’evangelista Giovanni che scrive ad una certa “Signora eletta”, probabilmente ai credenti di una comunità cristiana dell’Asia Minore.

Più che di una lettera vera e propria, si tratta di una breve missiva, poco più di un biglietto, che vuole donare la raccomandazione più calda e fervente dell’apostolo a mettere in pratica il comandamento dell’amore: l’amore di Dio Padre, l’amore di Gesù Crocifisso, che l’uomo deve nutrire in se stesso e irradiare nella comunità dei propri fratelli nella fede, nella pacifica convivenza dei popoli.

Questo è il distintivo del credente. Al termine della nostra vita saremo giudicati sull’amore, sul nostro servizio dei fratelli. Amare significa uscire da sé, distaccarsi dalle proprie sicurezze umane, dalle comodità mondane, per aprirsi agli altri, specialmente a chi ha più bisogno; significa mettersi a disposizione dei fratelli e sorelle, con ciò che siamo e ciò che abbiamo. Questo vuol dire amare, come cita sempre l’apostolo Giovanni, non a parole ma con i fatti e nella verità (1GV 3,18). Serve però attenzione alla presenza dei “seduttori”, “i quali non confessano che Gesù Cristo è venuto nella carne”: questi sono gli “anticristo”. Amare Cristo significa, inoltre, dire di no ad altri ‘amori’ che il mondo ci propone: amore per il denaro, per il successo, la vanità, per il potere. Queste strade ingannevoli ci allontanano dall’amore del Signore e ci portano a diventare talvolta egoisti, narcisisti e prepotenti. Amare come ci ama il Signore vuol dire apprezzare la persona che ci sta accanto e rispettare la sua libertà, amarla così com’è, gratuitamente.

 

Signore ancora una volta oggi ti chiedo: Insegnami ad Amare come ami Tu!

La voce di uno scrittore

 

“C’è grande povertà nel mondo: quella delle persone che non sono mai contente di nulla, quella di chi non sa né ridere né piangere, quella di coloro che non sanno dare nulla di sé agli altri. Poi c’è la povertà ancora più gelida: quella dovuta alla mancanza d’amore.” 

(Romano Battaglia)

Scrittore

 

 

                                                                                                                                       Commento di Sr. Vilma Colombo

                                                                                                                                                            info@sanbiagio.org

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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